7 Maggio, 2021

Insieme verso un “noi” sempre più grande

di Carlo Climati

Siamo nati per comunicare. La società in cui viviamo, oggi, ci dona sempre di più la gioia dell’incontro con gli altri, attraverso il dialogo con persone provenienti da ogni parte del mondo.

In qualunque tipo di comunicazione il primo passo da fare è l’accoglienza, la ricerca di uno sguardo che appare davanti a noi, con una mano da stringere e un volto da accarezzare.

Ma il valore della bellezza dell’incontro non è sempre compreso. A volte, nella realtà quotidiana, si costruiscono ostacoli, muri e barriere, frutto del pregiudizio con il quale ci rivolgiamo agli altri. Un pregiudizio che spesso corrisponde a una sentenza di morte, uccidendo dentro di noi l’occasione di costruire ponti e nuove amicizie.

Una bella canzone di Simon e Garfunkel, “The sound of silence” affronta in modo perfetto il tema dell’incomunicabilità, offrendo un’immagine simbolica che sembra lo specchio dei nostri tempi. Descrive “persone che sentono senza ascoltare”.

Il “suono del silenzio” è uno dei maggiori ostacoli della società di oggi, in cui la comunicazione rischia di essere soltanto apparente. Incontriamo le persone, ma a volte non siamo disposti ad ascoltarle. Non vogliamo aprirci ad un autentico incontro con loro.

Penso ad un’altra canzone, “Praying for time”, di George Michael, in cui il compositore riflette sul tema della sofferenza nel mondo. Lo fa con parole piene di delicatezza, ricordando che “questi sono i giorni della mano aperta”. Una mano aperta verso tutti quelli che vivono nella difficoltà e nell’emarginazione.

George Michael canta: “La carità è un cappotto che indossi due volte l’anno”. Ed è proprio questo uno dei rischi che corriamo: l’indifferenza, l’incapacità di accorgerci che qualcuno sta male e bussa alla nostra porta.

Fortunatamente, oggi, abbiamo tante occasioni per riflettere, per aprire di più il nostro cuore alla cultura dell’incontro. Fra queste, secondo me, c’è il periodo di tempo che ci condurrà alla 107a Giornata del Migrante e del Rifugiato (GMMR), domenica 26 settembre 2021.

Il tema scelto da Papa Francesco è Verso un “noi” sempre più grande e fa eco al suo appello a far sì che «alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (Fratelli Tutti, 35).

Tra le opportunità più interessanti che ci vengono offerte per camminare insieme verso la GMMR, c’è la campagna comunicativa proposta dalla Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede.

La Sezione Migranti e Rifugiati è un ufficio pastorale della Santa Sede che lavora per aiutare la Chiesa in tutto il mondo ad accompagnare le persone vulnerabili itineranti, inclusi coloro che sono sfollati a causa di conflitti, disastri naturali, persecuzione o estrema povertà, i rifugiati e le vittime del traffico di esseri umani.

La campagna comunicativa della Sezione Migranti e Rifugiati parte dal Messaggio di Papa Francesco che pone un’attenzione particolare alla cura della famiglia e della casa comune per attualizzare un “noi” sempre più ampio e accogliente.

Ogni mese la Sezione Migranti e Rifugiati proporrà video inediti del Santo Padre, sussidi multimediali, materiale informativo e riflessioni di teologi ed esperti che aiuteranno a comprendere e analizzare il Messaggio.

Ecco il primo video in cui Papa Francesco spiega il tema scelto e approfondisce il sottotema Un noi grande come l’umanità proponendo la testimonianza di chi vive al confine e costruisce ponti là dove i muri cercano di dividere il “noi”.

Nel video ascoltiamo le bellissime parole di Mons. Mark Seitz, Vescovo di El Paso, città al confine tra Stati Uniti e Messico: “Dio ci chiama a costruire un mondo con un noi grande come l’umanità”.

Per ulteriori informazioni: https://migrants-refugees.va/it/