Mimmo Muolo, giornalista di Avvenire, offre un avventuroso e poetico romanzo, in cui il viaggio del protagonista diventa metafora dei drammi del nostro mondo e della nostra tortuosa ricerca del senso della vita.
Secondo una leggenda, i magi venuti dall’Oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato erano quattro e non tre. Il quarto, Artaban, avrebbe dovuto portargli in dono alcune pietre preziose, ma, partito in ritardo, non riuscì a raggiungere i compagni e arrivò a Betlemme quando già la Sacra Famiglia era emigrata in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode.
Nel romanzo Per un’altra strada, Mimmo Muolo reinventa il girovagare del Quarto Magio sulle tracce del Nazareno fino a un sorprendente finale, in cui la somma dei ritardi accumulati dal protagonista si trasforma in un folgorante anticipo.
Il mondo attraversato da Artaban nel romanzo è volutamente simile al nostro. Un mondo in cui il fenomeno migratorio ha tutti i dolorosi corollari che la cronaca ci testimonia, in cui lo squilibrio politico-economico tra il nord e il sud del mondo fa vittime innocenti, mentre i cambiamenti climatici, la prostituzione forzata, le epidemie e le persecuzioni scavano tragedie ai danni dei più deboli. Appare chiarissima, in questo senso, l’assonanza con il magistero di Papa Francesco e la sua denuncia “profetica” di quei mali. Una denuncia che risuona anche nella recente Enciclica “Fratelli tutti”, di cui questo volume sembra essere tributario, in particolare quando il protagonista veste i panni di un buon Samaritano ante litteram.
Ma l’autore fa tesoro della lezione di Papa Francesco anche sotto due altri profili: per la convinzione che oggi, come scrive il Pontefice nel Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali 2020, “abbiamo bisogno di una narrazione che ci parli di noi e del bello che ci abita, che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”; e per i tanti riferimenti, nel romanzo, alla Bibbia, il grande codice culturale (oltre che religioso) della nostra civiltà, con un invito a gustarne le pagine più belle (come, ad esempio, i Salmi) anche sotto il profilo letterario.
In sostanza, la ricerca di Artaban si fa metafora delle strade, a volte tortuose e ardue, che ognuno può percorrere per giungere all’incontro personale con la Verità rivelatasi in Cristo Gesù. E la narrazione, dando voce a questa domanda di senso, si tramuta in potente invito alla riflessione. Scrive l’Autore nell’Appendice: “Mi sono messo in viaggio insieme ad Artaban, ripercorrendone e a volte reinventandone l’itinerario, che è attualissima allegoria di un mondo in cui c’è una grande nostalgia di Dio e molti non sanno più dove cercarlo, come anche la recente pandemia ha evidenziato […]. A tutti auguro un felice viaggio seguendo la propria stella. Fino alla mangiatoia di Betlemme e alla tomba vuota di Gerusalemme”.
Mimmo Muolo, vaticanista e vicecapo della redazione romana del quotidiano Avvenire, ha seguito per il suo giornale i pontificati di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e ora quello di Francesco. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra le quali: Generazione Gmg. La storia della Giornata mondiale della Gioventù (2011), Le feste scippate. Riscoprire il senso cristiano delle festività (2012), Il Papa del coraggio. Un profilo di Benedetto XVI (2017) e il romanzo Messaggio in bottiglia (2009). È anche autore di drammi teatrali: Bene comune e Il Papa e il Poeta. Percorso nella poesia di Giovanni Paolo II, rappresentati più volte in tutta Italia.
Con Paoline ha pubblicato: Don Ernest Simoni. Dai lavori forzati all’incontro con Francesco (20185), tradotto in diverse lingue; L’enciclica dei gesti di papa Francesco (2017); I soldi della Chiesa. Ricchezze favolose e povertà evangelica (2019), classificatosi al secondo posto all’edizione 2020 del Premio “Cardinale Giordano”.