di Carlo Climati
Il 10 luglio 2021 il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, Padre Arturo Sosa, ha presieduto una Messa in ricordo di Padre Stan Swamy SJ.
Padre Stan ha dedicato la sua vita all’amore, alla solidarietà, allo sviluppo integrale e alla difesa dei poveri e degli emarginati in India.
La Messa è stata un momento di ringraziamento per l’impegno e la dedizione del sacerdote.
Padre Stan è stato un martire che ha donato la propria vita per gli ideali in cui credeva. Gravemente malato, ha affrontato nove di mesi di carcere in India in seguito a false accuse.
Sul canale “Jesuits Global” è stato pubblicato un video toccante ed intenso, con alcune immagini della Messa in ricordo di Padre Stan.
Ogni secondo del video è bellissimo e tocca il cuore. Ma c’è una parte che mi ha particolarmente colpito, più di tutte le altre.
Mi hanno colpito le parole di Padre Stan citate durante la Messa da Padre Xavier Jeyaraj SJ, Segretario per la Giustizia Sociale e l’Ecologia della Compagnia di Gesù: “I am not a silent spectator, I am part of the game and I am ready to pay the price” (Io non sono uno spettatore silenzioso, io sono parte del gioco e sono pronto a pagarne il prezzo).
Credo che questo, più di ogni altro, sia il messaggio di Padre Stan che ognuno di noi può cercare di mettere in pratica nella propria vita: non essere spettatori silenziosi ed essere pronti a pagare il prezzo delle proprie scelte.
A volte proviamo la tentazione di accontentarci della nostra pancia piena e del nostro benessere, cadendo nella trappola di vivere un po’ fuori della realtà.
Abbiamo certamente il diritto di sorridere, di stare bene, di vivere i nostri momenti di gioia e di serenità. Ma la vita non può essere soltanto questo. Non può essere sempre e soltanto un’esistenza da spettatori silenziosi.
Abbiamo bisogno della realtà. Non possiamo ignorarla. Non possiamo fingere che la sofferenza, il dolore, le ingiustizie sociali non esistano.
C’è, poi, un’altra grande tentazione che rischia di avvolgerci e di soffocarci: la tentazione di rassegnarci. Quella vocina orribile che ci sussurra all’orecchio: “Non c’è niente da fare, è inutile lottare, è inutile impegnarsi… perché rischiare? Pensa a campare e non preoccuparti di quello che ti accade intorno…”.
Io penso che il martirio di Padre Stan possa essere davvero un esempio ed aiutarci a prendere una direzione diversa, a poco a poco, giorno dopo giorno.
Pensando alle parole di Padre Stan, mi viene in mente un hashtag che mi piace molto. Non riguarda direttamente Padre Stan, ma mi fa pensare a lui.
Ogni volta che vedo questo hashtag, sui social, provo una bella sensazione. Capisco che la speranza è sempre viva e che è più forte della tentazione di rassegnarsi.
Mi riferisco all’hashtag #ciriguarda, proposto nel 2019 dal Centro Astalli, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia. È stato il tema di una campagna social per la Giornata Mondiale del Rifugiato di quell’anno ed è diffuso tuttora.
Secondo me #ciriguarda è un hashtag bellissimo e sempre attuale. Un hashtag senza confini, che sintetizza perfettamente l’idea di non essere spettatori. Per questo mi fa pensare a Padre Stan!
Il mondo ci riguarda. Ogni persona, ogni frammento della Terra ci riguarda.
Ce lo ha ricordato Padre Stan, con il suo esempio e la sua vita meravigliosa.
Ecco alcuni link per approfondire i temi dell’articolo:
Il video realizzato in occasione della Messa in ricordo di Padre Stan:
https://www.youtube.com/watch?v=aWa3gDkQ2VU&t=10s
Un articolo interessante di Lucia Capuzzi da Avvenire:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/in-morte-di-stan-testimone-di-fede-e-giustizia-tra-i-poveri
Il sito del Centro Astalli:
La pagina del sito del Centro Astalli in cui è stata presentata la campagna social #ciriguarda nel 2019: