L’irruzione del Covid 19 ha profondamente inciso sul quadro culturale della società. Parte da questa considerazione il numero di aprile 2021 della rivista Rogate ergo, che in linea con le proprie finalità vocazionali, offre agli operatori pastorali una lettura della cultura contemporanea e alcune indicazioni sul loro rapporto con i giovani.
Giuseppe Savagnone, esperto della dottrina sociale della Chiesa, denuncia i pericoli dell’individualismo, di cui il Covid è per certi versi un alleato, e invita a riflettere sulle “maggiori opportunità di silenzio, di riflessione, di scoperta di se stessi, che derivano da una vita sociale meno coinvolgente e meno veicolante”.
Il pastoralista don Luca Peyron suggerisce agli educatori di “sostituire la lamentela con la qualità, la critica e il particolarismo con la preghiera, il lavoro solitario con il fare sinergia”.
All’osservatorio dello psicoterapeuta padre Amedeo Cencini, la cultura che sta nascendo è “ antivocazionale, non solo perché la persona non sceglie, o ha paura di scegliere, ma perché non si accorgerà mai d’essere stato lei stessa ancor prima scelta”.
A livello di esperienze si presenta l’Istituto Ecclesia Mater per la formazione dei laici, e Radio Onda UER nata per agevolare la cultura dell’incontro nel contesto dell’Università Europea di Roma.
Completa l’argomento la testimonianza di alcuni consacrati che in passato hanno vissuto la fede nelle contraddizioni del proprio tempo, come Antonio Rosmini, Clemente Rebora e Giuseppe De Luca, e di quelli che oggi svolgono in prima linea il loro ministero tra i malati di Covid, come don Luca Cappiello, cappellano al “San Giovanni Bosco” di Torino.