Convegno “Mobilità sostenibile e smart cities” – 12 Febbraio 2025 – CEOforLIFE ClubHouse – Roma
Partecipa – Valeria Falce – Jean Monnet Professor in Digital Transformation and AI Policy – Ordinario di diritto dell’Economia
Abstract
L’Europa e l’Italia puntano sui dati per recuperare produttività, efficienza e competitività in ogni settore ed attività.
La mobilità non è un settore escluso. Anzi è considerato strategico, perchè abilita e favorisce la digitalizzazione e la condivisione dei dati nell’ambito della mobilità e dei trasporti (pubblici e privati).
Il PNRR dedica al progetto Mobility as a Service for Italy 40 milioni di euro e quasi 17 aggiuntivi sono stanziati dal Fondo Complementare. È questa una misura che rientra nella più ampia Strategia Italia digitale 2026 e include 3 principali linee di intervento:
i) Creare una piattaforma aperta per i dati di mobilità e di qui per pianificare, prenotare e pagare diversi servizi di mobilità
ii) Sperimentare il MaaS nei territori, promuovendo l’uso del trasporto pubblico multimodale, rendendolo più attraente
iii) Potenziare la dimensione digitale del trasporto pubblico, migliorarando sostenibilità ambientale, semplicità e piacevolezza d’uso per gli utenti.
La scelta è virtuosa e pienamente coerente con la Strategia europea, che pure investe in uno Spazio europeo dei dati sulla mobilità (DeployEMDS) attraverso il quale si svilupperanno infrastrutture e servizi di dati comuni per mobilità e trasporti attraverso i consorzi per le infrastrutture digitali europee (EDIC), che fungeranno da hub per attuare progetti multinazionali e facilitare la diffusione di infrastrutture sostenibili.
Il programma è ambizioso e per centrarlo è necessario rafforzare la fiducia nel mercato e nello scambio dei dati. A tal fine si tratta di i) investire su dati di qualità e cioè rintracciabili, riutilizzabili, interoperabili e accessibili, ii) assicurare la standardizzazione e la portabilità dei dati, ma anche la loro sicurezza e protezione attraverso regole facilmente applicabili (il DGA e il Data Act vanno nella giusta direzione) e soprattutto iii) investire in competenze e alfabetizzazione digitale.