L’Università degli Studi Europea di Roma è coordinatore nazionale di un progetto di ricerca risultato vincitore del bando PRIN 2010-11.
Settore: SH2
Decreto di approvazione della graduatoria: Decreto Direttoriale del 23 ottobre 2012 prot. n. 719
Titolo del progetto:
La regolamentazione giuridica delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) quale strumento di potenziamento delle società inclusive, innovative e sicure”
Durata: 3 anni
Oggetto della ricerca:
Il Progetto di ricerca “La regolamentazione giuridica delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) quale strumento di potenziamento delle società inclusive, innovative e sicure” si è mosso entro l’orizzonte indicato dall’Unione Europea, che, con l’iniziativa “Horizon 2020”, ha identificato nell’inclusività, nella sicurezza e nell’innovazione le caratteristiche che le società europee dovranno possedere per affrontare le sfide, anche economiche, del nuovo millennio.
Più specificamente, l’obiettivo della ricerca è stato quello di individuare politiche idonee alla realizzazione di una società dell’informazione inclusiva (e-inclusion) e di elaborare strumenti giuridici capaci di sostenere e dare effettività a tali strategie.
Principal Investigator e Coordinatore dell’Unità di ricerca UER: Prof. Alberto Gambino
Unità di ricerca UER: Prof. Emanuele Bilotti, Prof.ssa Valeria Falce, Prof. Marco Maugeri, Prof. Aniello Merone, Prof. Andrea Nuzzi, Prof. Mario Palma, Prof.ssa Filomena Santagada, Prof. Andrea Stazi, Prof. Filippo Vari.
Unità Partner: Università degli Studi di Salerno, Università degli Studi del Sannio di Benevento, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Napoli”Federico II”, Seconda Università degli Studi di Napoli, Università degli Studi di ROMA “Tor Vergata”
Principali risultati e prodotti della ricerca:
La ricerca svolta in materia di accesso alla rete e digital divide ha messo in luce le molteplici criticità del recentissimo regolamento UE 2015/2120, oltre che l’insufficienza delle proposte di legge oggi all’esame del Parlamento italiano, oggetto di critiche anche sul piano della compatibilità con il (nuovo) diritto comunitario. Ciò anche in forza del confronto con l’omologo Regolamento del 26 febbraio 2015 approvato dalla Federal Communications Commission americana.
Le ricerche compiute hanno consentito di elaborare utili riflessioni in merito a possibili soluzioni de jure condendo, che potrebbero operare su un doppio livello: da un lato, è innegabile che alcune di queste riflessioni potranno orientare direttamente futuri – e, in alcuni casi, auspicabili – interventi del conditor jurisin altra prospettiva, potrebbero assumere la funzione di guida per le autorità nazionali di regolazione che, nella implementazione della regola di net neutrality, vogliano conservare, ed anzi di accrescere, la capacità generativa di internet, intesa come capacità di innovazione e di crescita economica, nel rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali dei cittadini digitali e di un diffuso ed equo benessere sociale.