Nella società contemporanea, siamo spesso definiti da ciò che facciamo. Il nostro ruolo lavorativo, il nostro posto nella famiglia, il modo in cui ci presentiamo agli altri diventano le lenti principali attraverso cui veniamo percepiti — e, spesso, attraverso cui finiamo per percepire noi stessi. Ma questa identificazione con il “fare” è sufficiente a definire la nostra identità?
L’immagine dei “giochi di ruolo” diventa una metafora efficace, e al tempo stesso inquietante, di questa dinamica. Se tutto ciò che siamo coincide con il personaggio che interpretiamo, cosa resta quando smettiamo di recitare?
A partire dal breve racconto La carriola di Luigi Pirandello, esploreremo la possibilità che questa identificazione totale con il ruolo possa condurre a una forma di smarrimento dell’io. Il protagonista del racconto, apparentemente un uomo rispettabile e perfettamente integrato, si scopre fragile e disorientato nel momento in cui si ferma a riflettere su se stesso, al di fuori del ruolo che interpreta ogni giorno.
Durante questo caffè filosofico ci interrogheremo su quanto la nostra identità possa (o debba) coincidere con ciò che facciamo. È possibile coltivare un senso di sé che vada oltre la funzione, il dovere, la maschera? Un’occasione per riflettere, insieme, su come riconoscere — e forse recuperare — ciò che siamo, al di là dei ruoli che la vita ci assegna.
Ne parliamo l’8 maggio 2025, alle ore 17.30 – in un incontro in Biblioteca aperto a tutti – con la Prof.ssa Isabella Becherucci, Ordinario di Letteratura Italiana – Università Europea di Roma e con Prof. Giovanni Polizzi, Docente a contratto di Teoria, Metodologia e Tecnica del Negoziato – Università Europea di Roma.
info: terzamissione@unier.it ; dipartimento.attivitaistituzionali@unier.it